ALESSITIMIA E TOSSICODIPENDENZA

 

Tossicodipendenza e gestione delle emozioni

Attualmente si ritiene che la dipendenza sia un disturbo comportamentale complesso che è influenzato da fattori biologici, psicologici, sociologici, e che, come tale, debba essere visto da una prospettiva biopsicosociale. Gli autori reputano che possano essere due le “calamite” principali che prima stimolano e poi stabilizzano la dipendenza favorendone la recidiva: il tentativo di effettuare una auto-terapia della propria disregolazione affettiva (alessitimia) e l’attivazione della memoria del piacere. Dopo aver presentato una breve rassegna sull’uso dell’ipnosi nel trattamento dei disturbi da addiction, gli autori espongono una propria tecnica, la Desensibilizzazione Sistematica Inversa, illustrandola attraverso un caso clinico. L’efficacia della tecnica nel ridurre il pensiero della sostanza, quindi il craving e la recidiva, sta producendo esiti positivi in termini di aumento del tasso di tenuta in trattamento e di successo.

Rago N., Volpi F., Marazzi M. (2021), Le due porte di ingresso dell’ipnosi nelle dipendenze patologiche: l’alessitimia e la memoria del piacere, Ipnosi – Rivista Italiana di Ipnosi Clinica e Sperimentale, 1, Franco Angeli, Milano.

 

 

 

Il programma terapeutico per tossicodipendenti svolto nella Comunità del Comune di Roma, che ha sede in Città della Pieve (PG), ha tra gli obiettivi della terapia di gruppo quotidiana, a cui partecipano i residenti, l’ampliamento dello spettro delle emozioni e la capacità di riconoscere, differenziare, denominare e gestire i propri sentimenti. Partendo dalla proposta di Taylor di riformulare l’alcolismo e gli altri disturbi da uso di sostanze come disturbi della regolazione degli affetti è stata condotta per 2 anni una misurazione dell’andamento della regolazione delle emozioni. La ricerca è stata effettuata su un campione di 48 tossicodipendenti cui è stato misurato l’andamento dell’alessitimia ogni tre mesi, mediante la TAS-20. Nel campione complessivo si è riscontrata una diminuzione generale dell’alessitimia. L’intero campione è stato suddiviso, sulla base del punteggio d’ingresso, prima in due sottogruppi: “Alessitimici” (punteggi TAS-20 ≥56), e “Non alessitimici (≤55). Gli “Alessitimici” presentano a 24 mesi un miglioramento di 10,4 punti e i “Non alessitimici” di 4,1. Una ulteriore suddivisione in Alti (≥56), Medi (≥41 ≤55) e Bassi (≤40) alessitimici ha mostrato una significativa diminuzione dei punteggi nei primi due gruppi, mentre i Bassi mostravano un rilevante aumento, che li avvicina alla media nazionale. Quest’ultima modificazione viene interpretata come dovuta ad una attenuazione di un atteggiamento di negazione delle proprie difficoltà. Al di là delle differenze tra l’inizio e la fine del trattamento, l’andamento dei punteggi alla TAS-20 lungo i 2 anni mostra interessanti relazioni con il percorso terapeutico dei soggetti (primi 6 mesi di trattamento, prime uscite lunghe, avvicinarsi del distacco). Nell’insieme il fattore predittivo di un buon esito del trattamento sembra essere un moderato e graduale cambiamento dei punteggi alla TAS-20.

Rago N., Solano L., Bucci F. (2007), “Modificazioni nella regolazione affettiva in 48 tossicodipendenti lungo 2 anni di trattamento presso una comunità terapeutica”, in Psicologia della Salute, n.2/2007, Franco Angeli, Milano.

 

 

Quali sono i dipendenti che traggono maggior vantaggio dalla Comunità terapeutica? Quali fattori favoriscono il buon esito dei trattamenti? Come ampliare gli obiettivi della cura per andare incontro all’eterogeneità dei pazienti? In che modo la conoscenza dei comportamenti post-trattamento può aiutarci a dinamizzare la definizione di cronicità?
Questi sono alcuni degli interrogativi su cui riflettono i curatori del volume, alla luce dell’esperienza della Comunità per tossicodipendenti di Città della Pieve.
Attraverso la storia della Comunità, dalla sua fondazione ai giorni nostri, emerge una puntuale riflessione sulla dipendenza, sulla cultura dei Servizi, sull’immagine sociale della Comunità e sul suo ruolo nella rete dei Servizi. Ma si definisce anche un metodo di intervento, che negli anni si è evoluto verso livelli di professionalità più elevati, avvicinando la Comunità al resto del mondo, contrastandone l’autoreferenzialità, personalizzando e diversificando i programmi.
Importante anche la rigorosa attività di auto-valutazione, di cui la ricerca esposta nell’ultimo capitolo rende conto, che evidenzia interrogativi e risposte che, a loro volta, aprono a nuove ipotesi di lavoro.
Per tutte queste caratteristiche, il testo si rivolge a psichiatri, psicologi, psicoterapeuti e operatori del settore delle dipendenze che intendano approfondire o confrontare la propria conoscenza dell’organizzazione di una Comunità per tossicodipendenti, e riflettere sull’evoluzione di un metodo di lavoro.

 

INDICE

Guglielmo Masci, Presentazione
Maurizio Coletti, Prefazione
Anna Addazi, Introduzione
Parte I. Curare in Comunità terapeutica
Anna Addazi, La Comunità per tossicodipendenti di Città della Pieve: scheda di presentazione
Onofrio Casciani, La fondazione della Comunità di Città della Pieve: storia pionieristica dei primi anni di vita
Anna Addazi, Marco Rossi, Comunità terapeutiche: “Lavori in corso”. Le logiche dell’intervento sulle tossicodipendenze
Anna Addazi, L’evoluzione dell’intervento residenziale: cronistoria di un metodo di lavoro con i tossicodipendenti
Nicolino Rago, L’intervento relazionale di gruppo nella Comunità di Città della Pieve
Anna Addazi, Resoconto di lavoro con alcuni tossicodipendenti in Comunità terapeutica
Anna Addazi, La Comunità psicopedagogica: lavorare con un modello integrato
Parte II. Alcune implicazioni specialistiche della Comunità terapeutica
Anna Addazi, Melania Scali, La valutazione al follow-up degli utenti trattati nella Comunità di Città della Pieve
Nicolino Rago, Luigi Solano, Fiorella Bucci, Alessitimia e comunità residenziale: verso uno sviluppo affettivo sostenibile
Anna Addazi, Roberto Marini, Nicolino Rago, Anamnesi, diagnosi e follow-up. Uno studio longitudinale su un campione di utenti della Comunità di Città della Pieve
Massimo Clerici, Francesca Amidani, Matteo Benedetti, Conclusioni. La residenzialità terapeutica per il trattamento della “doppia diagnosi” nelle tossicodipendenze: mito o realtà?
Grazia Zuffa, Postfazione. La rivoluzione silenziosa

 

Dott. Nico Rago – Tossicodipendenza e gestione delle emozioni